COSA SONO I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Vegane
27 Dicembre 2017
COMPORTAMENTI ALIMENTARI DISFUNZIONALI
28 Dicembre 2017

I disturbi del comportamento alimentare sono delle patologie di natura psichica caratterizzate da un forte disagio legato ad un alterato rapporto con il cibo ed il proprio corpo, che compromette la qualità della vita e dai rapporti sociali dei pazienti affetti da questa patologia.

Fanno parte dei disturbi del comportamento alimentare (DCA):

Per quanto riguarda la diffusione di queste problematiche, non esiste una stima condivisa della prevalenza di anoressia e bulimia,  questo per la difficoltà di uniformare gli studi volti a definirla. Negli Stati Uniti, APA indica una prevalenza dell’anoressia tra 0,5 e 3,7 per cento nella popolazione femminile, a seconda della definizione di caso utilizzata, e tra l’1,1 e il 4,2 per cento per la bulimia.

In Italia, studi pubblicati rilevano una prevalenza dello 0.2-0.8 per cento per l’anoressia e tra l’1 e il 5 per cento per la bulimia, in linea con i dati forniti dagli altri paesi. Va detto anche che, oltre alle forme conclamate di anoressia e bulimia, fortunatamente tutto sommato non molto frequenti, vi sono tutta una serie di disturbi alimentari subclinici ed episodici che, se non riconosciuti, possono trasformarsi nel tempo in veri e propri disturbi alimentari.

L’età più a rischio per l’insorgenza di disturbi alimentari è tra i 15 e 25 anni, anche se esistono casi di insorgenza più tardiva ( es: dopo la menopausa ) e casi di insorgenza infantile, soprattutto di anoressia nervosa. L’adolescenza è, dunque, l’età più a rischio: un’età dove ci si trova a scontrarsi con un corpo che cambia e a gestire trasformazioni psico-fisiche che rendono l’individuo più vulnerabile alle pressioni psicologiche e sociali.

L’insorgenza di questi disturbi è di origine multifattoriale: non esiste un’unica causa, ma una concomitanza di fattori predisponenti, fattori scatenanti e di mantenimento del disturbo.

Negli ultimi anni la diffusione dei disturbi del comportamento alimentare ha fatto si che i mass media abbiano lasciato grande spazio al’argomento, allo scopo di sensibilizzare e dare informazioni a riguardo. Nonostante ciò, non sempre le informazioni che arrivano sono corrette, complete e comprensibili, con il rischio di enfatizzare il problema e generare preoccupazioni a volte eccessive o non favorirne una completa comprensione. “La frequenza con cui si parla di questi problemi nei mezzi di comunicazione induce a volte a sospettare l’esistenza di problemi, anche in casi in cui non c’è alcuna necessità di preoccuparsi, rischiando magari di ingigantire un sintomo, attribuendogli troppa attenzione.” Anoressia e Bulimia – A. Favaro, P.Santonastaso

I disturbi del comportamento alimentare sono disturbi molto complessi perché interessano sia la sfera biologica, che quella psicologica, sociale e comportamentale.

Di fronte a questa complessità, spesso i genitori si trovano in difficoltà e, indipendentemente da quali possano essere le diverse cause del disturbo, la famiglia e il paziente sono le vittime principali di questa malattia. Ma è bene ricordare che la famiglia può essere anche una risorsa indispensabile nel trattamento di questi disturbi e pertanto va coinvolta nel trattamento.

Spesso prima di avere di fronte a sé una chiara manifestazione della patologia, genitori e amici si trovano a contatto con comportamenti che possono essere veri e propri campanelli d’allarme e che, preventivamente riconosciuti, possono permettere di intervenire prima che tali segnali assumano l’aspetto della patologia vera e propria.

La famiglia, infatti, ha un ruolo molto importante, dapprima nella prevenzione della patologia e poi nel cogliere il più precocemente possibile i segnali del disturbo per intraprendere la terapia il prima possibile. I DCA, infatti, necessitano di un trattamento specifico, difficilmente si risolvono da soli o con il “fai da te”; anzi, spesso più tempo passa prima dell’inizio della cura, più il disturbo si radica ed è difficile da curare. La terapia deve essere multidisciplinare integrata: deve lavorare su tutte le componentiche mantengono il disturbo: biologica, psicologica e socio-relazionale.